Questo trio è nato spontaneamente con la voglia di tracciare un filo immaginario che collega l’eredità melodica con le sequenze ritmiche contemporanee tipiche del millennio in corso nelle quali troveremo sovrapposto al suono popolare dell’organetto, quello classico del pianoforte e quello contemporaneo dei “tamburi vocali” cantati dalla beatbox. Estremìa è un’antica parola in Patois, la lingua delle popolazioni delle Alpi occidentali, che definisce una sequenza di rintocchi di campane che si davano nelle occasioni di emergenza come l’esondazione di un fiume o un incendio. L’emergenza avvertita dai membri di questo trio che è quella di continuare la tradizione degli interpreti di musica popolare, secondo la loro sensibilità e la loro creatività.